🔷ī¸đŸ”šī¸ Il 9 maggio 1978 a Cinisi veniva assassinato il giornalista anti-mafia Peppino Impastato.

Quel giorno l'Italia si scoprì più debole, la tristezza e l'incredulità albergarono nel cuore dei siciliani onesti, della gente per bene che ritrovava in Peppino il vessillo della legalità e della trasparenza.

 

Peppino si era apertamente schierato contro la mafia, mostrando grande coraggio nel denunciare imbrogli e misfatti.

 

Denunciava Cosa Nostra dai microfoni di Radio Aut di Cinisi, senza rinunciare all'ironia e con un occhio particolare per il boss Gaetano Badalamenti, da lui ribattezzato Tano Seduto.

 

Peppino venne imbottito di tritolo e fatto saltare sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. La mafia voleva che si credesse che Impastato stesse preparando un attentato terroristico.

 

 Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello Giovanni, fece emergere la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuta nel maggio del 1984 dal tribunale di Palermo. 

 

Per questo omicidio Badalamenti fu condannato all’ergastolo come mandante. 

 

La vita e l'impegno di Peppino costituiscono per noi tutti un termine di confronto, un argine alle nostre paure ed uno sprono a non girare mai la testa dall'altra parte ma avere il coraggio della coerenza. 

 

Don Angelo