🟦🔹️️ Il 1 Maggio di ogni anno la Chiesa festeggia San Giuseppe con l’appellativo di “lavoratore” (tranne quest'anno che cade di domenica).

 

San Giuseppe, falegname di Nazareth, provvide con il suo lavoro alle necessità di Maria e Gesù e iniziò il Figlio di Dio al lavoro tra gli uomini. 

Perciò, nel giorno in cui in molte parti della terra si celebra la festa del lavoro, i lavoratori cristiani lo venerano come esempio e patrono.

 

Come quei padri che insegnano il proprio lavoro ai figli, così fa anche Giuseppe con Gesù. Egli stesso, più volte, viene chiamato nei Vangeli “il figlio del carpentiere” oppure “del legnaiuolo”.

 

Più di tutti, quindi, San Giuseppe rappresenta la dignità del lavoro umano che è dovere e perfezionamento dell’uomo che così esercita il suo dominio sul Creato, prolunga l’opera del Creatore, offre il suo servizio alla comunità e contribuisce al piano della salvezza.

Giuseppe ama il suo lavoro

Non si lamenta mai della fatica, ma da uomo di fede la eleva a esercizio di virtù, sa essere sempre contento perché non ambisce alla ricchezza e non invidia i ricchi: per lui il lavoro non è un mezzo per soddisfare la propria cupidigia, ma solo strumento di sostentamento per la sua famiglia.

Poi, come viene prescritto agli ebrei, il sabato osserva il riposo settimanale e prende parte alle celebrazioni. Non deve stupire questa concezione nobile del lavoro più umile, quello manuale: già nell’Antico Testamento, infatti, Dio viene simboleggiato di volta in volta come vignaiolo, seminatore, pastore.

 

In un mondo in cui il lavoro manca sempre di più e quello che c’è molte volte è causa di perdita di giovani vite, la nostra preghiera deve innalzarsi al Patrono San Giuseppe affinché si possa restituire dignità ad ogni forma di lavoro e che questo sia scevro da ogni pericolo e abuso.