🔹🔸 È duro ascoltare le parole dell'Arcivescovo maggiore della chiesa greco-cattolica Ucraina, Sua beatitudine Sviatoslav Shevchuk, in collegamento, e già è un miracolo, da Kiev.

Tra pianti e singhiozzi, lacrime e commozione ringrazia il Papa per la Sua attenzione e premura, per la sua presenza consolante e per la Consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria e racconta gli orrori della guerra con le cripte della cattedrale diventati rifugi antiaereo, di una città Kiev che si è svuotata e ove sono rimasti solo un milione di abitanti, ma di altre città Kaharkiv e Mariupol che sono solo cumuli di rovine e macerie con le strade piene di corpi e cadaveri e, nella migliore delle ipotesi, fosse comuni.

 

In tutto ciò la Chiesa è stata seriamente impegnata ad aiutare, sostenere e portare sollievo così come il Cireneo ha dato una mano a portare la croce di questa pazza guerra.

E per la pace?

 

Si procede a piccolissimi passi che fanno intravedere una soluzione ma ancora molto lontana.

Anche perché a parole si dice una cosa ma nei fatti continuano i riposizionamenti e i bombardamenti sulle città e in modo particolare sulle civili abitazioni.

 

Don Angelo