🔶️🔸️ Ci apprestiamo ad entrare nel triduo pasquale

e ci troviamo tra le nebbie della grande sofferenza che è la pandemia che si stanno diradando e l’orizzonte che si e fatto purtroppo di nuovo oscuro. 

 

La guerra si è affacciata tristemente sulla scena della nostra vita quotidiana.

Sono circa 50 giorni del conflitto Russo-Ucraino e ancora si continua in una condizione di gravità estrema. In verità la guerra già c’era nel mondo, ma era lontana e forse per questo, dobbiamo confessarlo onestamente, non ne avevamo piena coscienza». Ma ora è diverso, perché «è qui alle nostre porte e anche noi, improvvisamente ci rendiamo conto di che cosa sia veramente la guerra: qualcosa di selvaggio e di mostruoso, semplicemente assurdo e assolutamente vergognoso. 

 

È la barbarie che prende il posto della civiltà e all’improvviso devasta la vita. Vediamo il dolore e il terrore negli occhi dei bambini e delle madri che fuggono per salvarsi; vediamo lo scempio e la devastazione nelle fosse comuni, nei corpi martoriati, negli edifici sventrati. Uno scenario spaventoso, che ci lascia senza parole. 

Una vera e propria sconfitta per l’umanità, un sacrilegio - come lo ha definito papa Francesco - e insieme una follia».

 

 Quando la pace è messa in pericolo si capisce ancora di più quanto essa sia preziosa. "Con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto"( cit Papa Pio XII) Lo vediamo con i nostri occhi. Qui però sorge spontaneo il desiderio di capire, di spiegare le ragioni che possono assurdamente condurre allo scempio di un conflitto devastante.

 

Si intuisce allora che la pace non è scontata. Essa è un frutto che si raccoglie dopo aver a lungo seminato. 

La pace domanda rispetto reciproco, senso della giustizia, dialogo, intelligenza, pazienza, sincerità, fiducia. Domanda essenzialmente un cuore puro, libero dall’orgoglio personale».