In questi versetti del vangelo di Matteo, che ci vengono proposti nella festa di Santa Caterina da Siena, possiamo meditare una preghiera di lode uscita direttamente dal cuore e dalla bocca del Maestro. È la lode alla Sapienza del Padre perché ha nascosto le “sue cose” ai sapienti per mostrarle a coloro che si sono fatti piccoli.
E nel secondo quadro di questo vangelo, Gesù rivolge due inviti a coloro che sono stanchi e oppressi. Prima di tutto li invita ad andare da lui: “venite a me“. E poi l’altro invito è l’imitazione del suo cuore: “imparate da me“.
Penso che la chiave di lettura di questo vangelo sia la descrizione che Gesù fa del suo cuore “mite ed umile“. È lui quel “piccolo mite ed umile” al quale il Padre ha rivelato i suoi misteri e attraverso il quale vuole rivelarli a noi.
È Gesù, il Figlio di Dio, che assumendo la nostra condizione, facendosi simile a noi, eccetto il peccato, può dire con compassione :” Venite, imparate e troverete ristoro“.
Il Cristo pasquale, Crocifisso e risorto, diventa così il modello dell’accoglienza del progetto del Padre per ciascuno di noi. Da lui, possiamo imparare a vivere questo vangelo della lode e della compassione. Nel mistero della sua passione, Cristo, fratello tra i fratelli, ci insegna a lodare il Padre, mentre prendiamo sulle nostre spalle il “giogo” dell’amore.
I nostri Santi hanno impresso nel loro cuore queste parole. Per Santa Caterina certamente erano pane di vita.
EUCARISTANT