Nella nostra vita spirituale il verbo “riconoscere” è importantissimo, decisivo. Tutto si gioca sul riconoscere costantemente la presenza di Dio. Come fare? Apparentemente sembra che sia questo il problema dei Giudei: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Ma loro, in realtà, vogliono avere dei pretesti per accusare Gesù. Non importa a loro di entrare in comunione con Lui. È proprio questo il punto. Non si ricerca Dio per “oggettivarlo”, “cosificarlo”, ma per entrare in relazione con Lui, in comunione, appunto.
Riconoscere dunque è sinonimo di essere in comunione. È esperienza di liberazione, di profonda gratitudine, di sentirsi amati. Sono queste le opere che il Padre compie nel Figlio incarnato, in Gesù Cristo. Questo “sapore” di Dio ci fa “sapere” come Lui ci ama e in questo modo acquistiamo la “sapienza” del discernimento. “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono“.
EUCARISTANT