Ancora un anniversario che c’invita a riflettere. 

 

Era il 15 settembre 1993, 29 anni fa, quando a Palermo, alle ore 20,40 venne freddato- ucciso proprio nel giorno del suo compleanno, don Pino Puglisi, un prete di quartiere conosciuto da tutti e noto per il suo amore verso i ragazzi. Io l’ho conosciuto e amato : Un prete povero, inerme e armato solo di Vangelo. Eppure faceva paura ai boss del cuore palermitano che assoldavano ragazzetti per esecuzioni mafiose. Don Pino Puglisi aveva 56 anni e non era un prete antimafia eppure quei boss di una malavita sanguinaria e bugiarda, sfruttatrice di adolescenti in cerca di affermazione di se stessi vollero sfidare con il volto spietato della violenza omicida il mite coraggio evangelico di don Pino che ai suoi ragazzi instillava il coraggio del bene. Si credevano “ potentissimi” quei due fratelli, mafiosi temuti e ammirati a Brancaccio, che ora sono in carcere. E spinsero due ragazzi che non frequentavano la parrocchia di don Pino a fingere una rapina e assassinarlo vicino alla sua chiesa. Salvatore e Gaspare lo colpirono di sorpresa e alle spalle ma l’ultima reazione di don Pino fu un sorriso di benvenuto a due ragazzi che ancora non aveva avuto modo di conoscere. Quel sorriso resterà per sempre nel cuore di Gaspare e Salvatore e sarà come un coltello che squarcerà il loro cuore di pietra per aprirli all’amore misericordioso di Dio. Don Pino sarà poi proclamato beato, esempio di carità eroica che non teme le minacce mafiose e Gaspare e Salvatore ritrovano, grazie a lui, il senso della vita cristiana assaporando la gioia del perdono. Io esprimo un desiderio che diventa preghiera: anche i fraterni mandanti del crimine possano nel pentimento assaporare la pace del cuore. E come insegnava don Pino la violenza mafiosa si combatte con la cultura del rispetto della vita e la costruzione di una società non dominata dall’egoismo ma resa fraterna dal vangelo vissuto sino alle estreme sue esigenze di amore.

#giovannidercole